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CREATURE DI GOMMA – LA FAVOLA DI VENEZIA

Collezionismo e fotografia come arte, armonizzati mirabilmente in una logica contenutistica moderna che trova in Venezia la sua musa ideale.

Creauture di Gomma – la favola di Venezia”  è uno spettacolo da non perdere perché, stupisce, stimola la fantasia e ci suggerisce l’armonia del silenzio per farci assaporare queste splendide fotografie di Venezia riscoperta attraverso le mille espressive fattezze di queste attempate sculture di gomma.

Incantevole, curioso, affascinante, intrigante! Sono queste le esclamazioni affiorate nella mia mente vedendo le prime foto di “Creature di Gomma – La Favola di Venezia”. Ora però, a lavoro concluso azzarderei l’aggettivo geniale, trovando in esso immagini e contenuti degni dei migliori artisti. Collezionismo e fotografia come arte, armonizzati mirabilmente in una logica contenutistica moderna che trova a Venezia la sua musa ideale.

Un’opera notevole concreature di gomma che compaiono nella città fatata come per magia, disegnando, passo dopo passo, un percorso fiabesco, da bella addormentata nel bosco, dove il principe è il pupazzo di turno, quello più appropriato per quell’inquadratura, un ricercato personaggio di gomma in libera uscita.

Un vero protagonista della scena che ritroviamo nelle pose più impensabili, per le vie nascoste e misteriose d’una città unica al mondo, dove si perdono gli uomini e si ritrovano qua e la pupazzi, splendidi, mobili e soprattutto allegri. Così troviamo un Topo Gigio vestito da cowboy di guardia a campo San Trovaso, o un Josè Carioca pronto per un balzo sui tetti del ponte di Rialto e, con loro, centinaia di amici, tutti insieme impegnati a ravvivare gli angoli più sparuti della città dei dogi, con queste loro presenze emblematiche, talvolta esplosive, spesso spiritose, sempre improvvise, magiche ed inaspettate. Simpatici gnomi cittadini, che appaiono a sorpresa negli angoli più improbabili, tra campi, calli e campielli, sulle rive dei canali o, semplicemente, a cavallo di una maniglia di un portone antico. Esattamente come ci raccontano le fiabe, anche quelle più moderne, che piacciono tanto ai nostri bimbi, così vicine e lontane dal nostro mondo, dove la realtà si confonde con la fantasia e viceversa.

Questa è Venezia con i suoi abitanti di gomma pronti ad adattarsi alla storia; una città fuori del tempo, magica come nelle favole, proprio come in un mondo irreale, fatto appunto di pupazzi, anzi di pupazzi di gomma. Dunque, non solo fantasia, tecnica della fotografia e libera espressione del collezionista puro, ma arte ammirevole, dove la bellezza di certi scatti, illuminando i gioielli più segreti della serenissima, si coniuga perfettamente con il protagonista assoluto della scena: il pupazzo di gomma.

E’ questo attore indiscusso, prestato alla scena da una delle più prestigiose collezioni del nostro tempo, che rende concettuale un’opera costruita su di un connubio incantevole tra l’immobilità secolare della città lagunare e l’espressività naturale dei protagonisti: figure tratte da fumetti e cartoni animati  che sembrano trovarsi lì, dentro lo scatto, per caso, mentre la loro scelta è mirata ed ha lo stesso sapore di un tocco di pennello, definitivo e determinante.

Non a caso, il soggetto, le dimensioni, i colori e l’espressione sono scelti in perfetta armonia con la scena per donare, al lettore, delle sensazioni forti e, stranamente vitali, seppur tratte da una Venezia speciale, segreta e minimalista. Lei, la Regina dell’adriatico, la Serenissima ci appare infatti animata dal mondo adorabile e silenzioso dei pupazzi, che appaiono e scompaiono nel silenzio facendosi amare ed aiutandoci a sognare…